TROFEO "ALESSIO LAMIA"
Difficoltà.
Difficoltà nel trovarsi a scrivere di Alessio. Difficoltà nello scegliere tra infinite parole quelle più adatte, più calzanti per descriverlo. Difficoltà nel trasmettere tutto ciò che Alessio è stato, è, e sarà.
Noi ci abbiamo provato, di getto, d’istinto.
E questo è ciò che è sgorgato, come un fiume in piena:
<< Cari compagni ovali,
chi meglio di una squadra di rugby come noi e voi può cogliere il valore intrinseco dello spirito di gruppo?
In uno sport che ha fatto della collettività la sua bandiera, sappiamo quanto sia importante e fondamentale il contributo di ogni singolo componente e la sua coesione all’interno della squadra.
Dalla matricola al veterano, puntati verso l’obiettivo, pronti al sacrificio, rapidi nel sostegno: tutti capisaldi a cui aggrapparsi nelle giornate buone e soprattutto nelle giornate meno buone. Ed è proprio in queste ultime che sappiamo dare il meglio di noi, compattandoci e stringendoci per riemergere dal fango di una domenica piovosa, una di quelle che lasciano i segni sui muscoli e sull’anima, una di quelle che non vorresti capitassero mai.
Alessio è uno di noi. In principio giocatore, poi allenatore, senza mai smettere di essere prima di tutto un amico.
Un amico di quelli per cui lo spirito di gruppo viene prima di tutto, per cui la squadra avrà sempre il sopravvento, uno che non lascia nulla di intentato pur di aiutarti.
Lainate, poi Aosta, un enorme salto fino a Ragusa, e infine di nuovo a Lainate, lasciando una parte di sé in ogni luogo, condividendo sempre quei valori che per lui sono imprescindibili.
Esiste un detto latino, “primus inter pares”, “primo fra i pari”, che sintetizza in pochissime parole chi è Alessio.
Purtroppo, questa è una di quelle domeniche tristi. Un anno fa Ale ha passato la palla per l’ultima volta, salutandoci e strappandoci una promessa. Inespressa, ma che rimbomba silente dentro ognuno di noi: ritrovarci ogni volta sul campo, a ogni latitudine, su quel rettangolo verde a lui tanto caro, e dare tutto. Tutto quello che abbiamo dentro, senza risparmiare nulla. Perché dove non arrivo io, arriverà un mio compagno. Perché dove sbaglio io, rimedierà un mio compagno. Sempre insieme, come una squadra.
Ciò che desideriamo chiedere a voi presenti, oggi e negli anni a venire, è di celebrare tutto questo, e di onorare così quello spirito di gruppo che accomuna ogni appartenente della grande famiglia ovale.
Nel perenne ricordo di un amico che sarà sempre con noi, come un boato:
Ciao, Ale.>>
Leggerlo poi ad alta voce, prima di una partita, di fronte a tutti.
Di fronte a tutti coloro che lo conoscono, lo apprezzano, lo amano. Di fronte alla famiglia di Alessio, a quella enorme famiglia che nel suo peregrinare dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, non ha mai smesso di allargarsi sempre di più. Spero Manzoni possa perdonarci la citazione, ma non è davvero esistito luogo in cui l’energia debordante di Ale non abbia raccolto sempre nuovi membri: in fondo, come potrebbero sano entusiasmo, saldi principi e una vena di sana follia non attirare qualcuno?
Inutile nasconderci, è stato difficile. Più di una lacrima si è vista scendere, più di un singhiozzo è stato udito, più di un sorriso forzato ha deformato il volto di molti di noi, se non tutti.
Tutti uniti nel perenne ricordo di un amico speciale, che ha permesso di conoscerci senza sapere in certi casi troppo l’uno dell’altro, ma sicuri di uno spirito comune che ci lega, indistintamente.
Chi era presente a Lainate ha percepito sulla propria pelle l’emozione che aleggiava palpabile nell’aria, quella tensione che, come un fulmine, ha scosso tutto. Un gruppo, una squadra, silente e vibrante. Una moltitudine variegata e variopinta, differente nelle forme ma connessa nella mente.
Chi lo ha ricordato ad Aosta e a Ragusa siamo certi avrà provato esattamente le stesse sensazioni.
Difficoltà, dunque. E nello stesso tempo, semplicità.
Semplicità.
Semplicità nel trovarsi a scrivere di Alessio. Semplicità nello scegliere tra infinite parole quelle più adatte, più calzanti per descriverlo. Semplicità nel trasmettere tutto ciò che Alessio è stato, è, e sarà.
Storie di risate, di bevute, di discussioni. Di lunghe trasferte in pullman. Di canti a squarciagola. Di pugni nello stomaco per perorare una causa, siano stati essi metaforici o letterali. Di scontri verbali viso a viso. Di stadio e di tifo, a prescindere dalla forma del pallone. Di matrimoni e addii al celibato, di pazzie senza pensare troppo alle conseguenze, a volte. Di viaggi per seguire un sogno tangibile, corti o lunghi secondo le circostanze. Di brindisi a notte fonda, seguiti da fiumi di parole. A volte adatte, a volte meno, ma sempre condite da una genuinità e una passione incredibile per ciò che si sta facendo, per ciò in cui si crede fermamente. Fino quasi a sembrare antipatico, per chi magari non lo conosceva bene, ma tremendamente penetrante per tutti coloro disposti ad ascoltare. Ognuno di noi ha la sua, di storia, differente e insieme molto simile a quelle degli altri. Una storia che porteremo sempre con noi.
Perché in fondo è questo il lascito più importante che ha donato a tutti noi.
Anche quando ti sembra impossibile rialzarsi, rialzati.
Anche quando ti pare impossibile ripartire, riparti.
Anche quando ritieni impossibile ricominciare, ricomincia.
Trova nella difficoltà la semplicità di essere. Qualsiasi situazione tu possa trovarti ad affrontare. Per te stesso, e per chi hai intorno a te.
Non vogliamo scadere nel banale e nel melenso, ma è davvero racchiuso tutto in questo.
In un amico, in un giocatore, in un allenatore. E in ognuno di noi.
Ciao, Ale.
Kashikoi